l' Ultima sfida tra gli Uomini e la Violenza della Natura
di DONATELLA DI PIETRANTONIO
Conoscono la propria debolezza verso i pericoli del mondo, imparano la paura e la prudenza. Sanno la nudità della loro pelle, la più delicata e indifesa tra tutti gli esseri. L' unghiata della fiera può lacerarla e affondare fino agli organi vitali. Allora cercano grotte e caverne, al principio del loro tempo, e le abitano. Vi accendono fuochi, per tenere lontane le fiere. Dopo l' occupazione di cavità naturali, inventano capanne, palafitte e, nei secoli, case e intorno alle case strade. E poi templi e monumenti, dentro imprigionano la luce, l' acqua, la bellezza a volte.
A difesa di una pelle nuda gli uomini costruiscono culture, civiltà. Trovano nuovi materiali, progettano, allungano edifici in verticale per chiamarli grattacieli. Ci lavorano, ci vivono. E davvero lo grattano, il cielo, con l' umano sogno di onnipotenza. Puntano verso l' alto dita di vetro e acciaio, nella sfida dei piccoli alla forza dell' universo. Spesso dimenticano la prudenza. Osano oltre il limite, nell' illusione che il conto possa non essere mai pagato. Passi veloci risuonano sulla terra inascoltata dove le opere sono posate, imposte. Il terremoto scrolla il lavoro degli uomini, mette alla prova la sua elasticità. Va a tentare il legame tra un pezzo e l' altro delle costruzioni, interroga le strutture, il progetto dell' artefice. Punisce con un boato beffardo la presunzione di aver chiamato immobili delle figure solide che alcune unità di magnitudo possono disintegrare. Restituisce il potere al pianeta, rompe assemblaggi azzardati. Uccide con i frantumi di quello che è stato eretto per proteggere. Una grande nube di polvere (come in questa foto di Christchurch, in Nuova Zelanda) si leva dalle città scosse, nasconde per qualche momento il danno e si posa poi granello per granello sui marciapiedi, i giardini, gli interni abbattuti, gli oggetti, i cadaveri come incipriati per un carnevale atroce, mano per mano, guancia per guancia, capello per capello. Si posa sui vivi in fuga, sullo spavento, sull' impossibilità di chiudere la strada tra gli occhi e la memoria. RIPRODUZIONE RISERVATA
Donatella Di Pietrantonio
Pagina 34
(27 febbraio 2011) - Corriere della Sera
(27 febbraio 2011) - Corriere della Sera
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